Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE
E NOTIZIE - Anno XVIII – 20 novembre 2021.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del
testo: BREVI INFORMAZIONI]
Abilità
linguistiche e capacità d’uso di strumenti sono connesse e sinergiche nel
cervello. La visione neurofisiologica
tradizionale, basata sugli studi anatomo-clinici, concepiva il linguaggio come
una funzione distinta e localizzata nel controllo corticale dell’area di Broca
per la produzione e dell’area di Wernicke per la ricezione, collegate da un
fascicolo di conduzione ugualmente specifico. Questo modello, nonostante
decenni di studi abbiano contribuito a decifrare un’architettura funzionale del
linguaggio molto più complessa con stazioni sottocorticali delle reti in comune
con varie altre funzioni, ha generato la tendenza ancora molto diffusa a
considerare la funzione simbolica di comunicazione umana come separata dagli
altri processi cognitivi.
In realtà,
vari studi recenti hanno dimostrato che le aree del cervello che controllano
alcune attività proprie del linguaggio, come l’elaborazione del significato
delle parole, intervengono anche nel controllo delle abilità motorie fini. Una
ricerca pubblicata nel 2019 rivelava una correlazione tra l’avere una buona
padronanza della sintassi e mostrarsi esperti nell’uso motorio fine di vari
strumenti.
Avendo
presente questo esito sperimentale, un gruppo di ricerca internazionale si è
prefisso l’obiettivo di sapere se l’uso di strumenti impegna parti del cervello
simili a quelle attive quando pensiamo la costruzione di frasi. I risultati,
ottenuti in 244 partecipanti di lingua francese, mostrano che esercizio motorio
ed esercizi di sintassi impiegano la stessa regione del cervello. I ricercatori
hanno anche accertato che l’esercizio motorio migliora la comprensione sintattica
di frasi complesse e viceversa. [Cfr. Simon Thibault, Claudio Brozzoli, et al., Science 374 (6569) – AOP doi: 10.1126/science.abe0874,
2021].
Dopo
la peritonite settica gli astrociti nella corteccia cerebrale presentano
risposte eterogenee. Recentemente è stato sviluppato in ambito clinico il concetto di encefalopatia
associata alla sepsi, che ha numerosi inneschi molecolari e cellulari nelle
citochine infiammatorie sistemiche, nella rottura della barriera
ematoencefalica (BEE), nei danni cerebrali microscopici, nelle alterazioni
della circolazione cerebrale, della neurotrasmissione e del metabolismo
neuronico. Ma la conoscenza di questa patologia è ancora molto limitata.
Alexandra Daniela Rotaru-Zavaleanu e colleghi di un
team rumeno hanno particolarmente indagato la risposta astrocitica nel
sistema nervoso centrale, dopo sepsi sperimentale.
All’interno di
differenti strutture della corteccia cerebrale, i ricercatori hanno rilevato
risposte eterogenee; per quanto riguarda il numero, nell’ippocampo si è
osservata la modificazione di più lunga durata delle cellule GFAP+, mentre
nella corteccia non sono state rilevate alterazioni numeriche nell’ambito dell’astroglia.
Basandosi sul numero sempre crescente di ruoli accertati per gli astrociti in
differenti patologie, gli autori dello studio suggeriscono che il rapporto tra
astrociti e sepsi potrebbe aiutare nel trovare nuove terapie per la patologia
settica. [Alexandra Daniela Rotaru-Zavaleanu, et al.
Curr Health Sci J. 47
(2): 164-169, 2021].
L’ideologia
nella psicologia discredita la scienza e diffonde una visione distorta e
fuorviante del disagio psichico. Uno studio psicologico di ragazze e donne che praticano astinenza
sessuale al di fuori del rapporto matrimoniale è stato condotto da Lauryn Leigh
Estrada per dimostrare che l’insegnamento della morale cristiana in fatto di
costumi sessuali causa disturbi[1].
Lo studio è
stato condotto esclusivamente su donne appartenenti all’Evangelical
Purity Movement, un’iniziativa
cristiana giunta all’onore della cronaca per la prima volta negli anni Novanta,
ma ancora oggi molto seguita tra le ragazze credenti. In coerenza col Vangelo,
il movimento predica l’amore oblativo del prossimo e una morale dei rapporti
interpersonali lontana dalla strumentalità finalizzata alla soddisfazione del
desiderio erotico.
Il pregiudizio
negativo verso verginità e astinenza condiziona tutta la digressione critica di
Estrada, che si rivela una adepta di quell’idolatria del danaro, del benessere
economico e dello status sociale che ha fatto dell’oggetto “sesso” un bene di
consumo cui tutti hanno diritto, dimenticando che esistono le persone e non la
sessualità separata dalla soggettività. Per suscitare antipatie verso le
ragazze vergini non esita a sottolineare la provenienza protestante, sperando
di indurre diffidenza o avversione nei cattolici e negli atei e agnostici originariamente
di famiglia cattolica, che costituiscono una percentuale molto elevata degli
psicologi americani. I presunti disturbi delle ragazze vergini, non solo non sono
bene caratterizzati e mancano di un nesso di causalità con l’astinenza
sessuale, ma sono dalle giovani stesse attribuiti a banali e comuni cause di stress.
Estrada considera
patologico il non accoppiarsi indiscriminatamente a capriccio e, senza rispolverare
la teoria della repressione sessuale patogena del secolo scorso, dà per scontato
che l’equilibrio fisiologico richieda accoppiamenti frequenti, con partner
diversi per mantenere il ritmo. È un’assoluta corbelleria questo presupposto,
perché da un punto di vista biologico esiste la spinta riproduttiva come bisogno
secondario finalizzato alla sopravvivenza della specie, e la sua soddisfazione
non è necessaria all’equilibrio dell’organismo. Senza contare che il desiderio
di accoppiamento – eccetto casi di patologia endocrinologica o neuro-endocrinologica
– rimane molto basso e facilmente controllabile quando non si siano mai avuti
rapporti sessuali; dopo le prime esperienze si ha una facilitazione dell’attivazione
del sistema a ricompensa in associazione con l’ideazione erotica e dell’assunzione
dell’assetto riproduttivo dell’organismo.
L’autrice dell’articolo
denuncia come espressione di ignoranza la concezione relativa all’esistenza
dell’anima, puntando il dito sulla separazione tra anima e corpo, senza rendersi
conto del suo errore – ben più grave – di separare la sessualità dalla persona,
che la rende incapace di comprendere che la vita spirituale, e dunque mentale e
cerebrale, di queste ragazze influisce sull’insieme somatopsichico contribuendo
a creare un equilibrio fisiologico che prescinde dal contributo dell’assetto
funzionale dei rapporti sessuali.
L’articolo di
Estrada manca dei requisiti minimi per considerarsi scientifico, tuttavia per
il seguito che riscuote la rivista su cui è pubblicato sarà letto da molti e
presentato anche in aule universitarie quale “punto di vista scientifico” sulla
verginità, sulla castità e sull’astinenza sessuale. La scienza, invece, rileva
che in tutti gli animali esistono istinti finalizzati alla riproduzione e
basta; tutto il resto che si è sviluppato in seno alle realtà umane, dall’erotismo
quale “arte per suscitare il desiderio” alle giustificazioni ideologiche all’accoppiamento
indiscriminato dei “movimenti politici antisistema”, dall’antico sfruttamento
economico del desiderio sessuale attraverso la prostituzione alle forme più avanzate
di organizzazione aziendale e commerciale basate sulla vendita dell’oggetto “sesso”,
è tutto prodotto dalla mente umana, è invenzione culturale o sottoculturale.
A proposito, Estrada
definisce “sottocultura” la concezione cristiana e la mancata accettazione del suo
modo di intendere la sessualità da parte delle ragazze vergini.
Definire “sottocultura”
il pensiero cristiano è una prova di ignoranza che ha pochi uguali. Basti solo
pensare che l’entrata dei princìpi cristiani nel Diritto Romano attraverso i
Codici Giustinianei ha definito la responsabilità individuale dei reati penali,
assunta poi come principio di civiltà nelle dottrine giuridiche di tutto il mondo.
Il cristianesimo è la radice culturale comune dell’Europa e delle Americhe, con
2.000 anni di storia, una moltitudine sterminata di interpreti, che hanno
lasciato tracce nelle biblioteche e nei musei di tutto il mondo; una cultura che
ha creato con le sue migliaia di cattedrali il volto architettonico delle
maggiori città occidentali; con la sua filosofia, sviluppata da Sant’Agostino,
Cartesio e Pascal, ha promosso il razionalismo associato al civilissimo aiuto
del prossimo nelle forme del dare da mangiare agli affamati, dar da bere agli
assetati, ospitare i pellegrini, visitare gli ammalati, visitare i carcerati,
insegnare agli ignoranti e seppellire i morti. La cultura cristiana ha
stabilito che il valore della vita non è assoggettabile alla volontà dei
potenti e non è dato dalla ricchezza, così che la vita di un povero valga meno
di un oggetto di un ricco, come era presso i barbari, perché ogni essere umano
senza distinzione alcuna è immagine di Dio, e il dono inestimabile della vita è
posto al di sopra di ogni altro valore umano e secondo solo al valore di Dio
stesso, ossia un’entità trascendente – per i non credenti solo filosofica ma
con lo stesso valore concettuale – infinitamente lontana dai meschini interessi
di questo mondo.
La civiltà
cristiana ha costituito valori umani assoluti; è vero, spesso e in mille modi
traditi da tanti ad ogni generazione, ma che sono rimasti come radice
antropologica a fondamento della vita anche dell’autrice di questo articolo e
di tutti coloro che la pensano come lei, e non si rendono conto che il loro
egoismo consumistico farisaicamente moderato dal politically correct non
avrebbe mai generato la realtà del presente con tutte le eredità positive di
cui possiamo giovarci.
È una
concezione, infatti, che può funzionare per la gestione del mondo intesa
come equilibrio e compromesso fra egoistici interessi materiali di natura
economica, alimentare e sessuale, ma non per creare strutture di senso che si
trasmettano come anima dei popoli, perché non si edifica nulla senza il
dono disinteressato compiuto per valori ideali. [Diane Richmond & Monica
Lanfredini, BM&L-Italia novembre 2021].
Notule
BM&L-20 novembre 2021
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La
Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International
Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come
organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Lauryn Leigh Estrada, Clinical
Consideration of the Evangelical Purity Movement’s Impact on Female Sexuality, J
Sex Marital Ther. - Epub ahead of print – doi:10.1080/0092623X.2021.1977445,
2021.